PERCHÉ SONO QUI GLI ALIENI CHE RAPIRONO VALERIO LONZI? VIDEO.

Beta Ceti è la stella più luminosa della costellazione della Balena. È anche conosciuta come Deneb Kaitos, nome arabo che significa… la coda della balena. Come molte stelle, infatti, anche Beta Ceti è designata con nomi e sigle diversi a seconda del catalogo in cui è inserita.

In termini astronomici, essa non è molto lontana da noi distando, infatti, “appena” 96 anni luce, cosa che, come tutti sanno, vuol dire che la luce, viaggiando a circa 300.000 chilometri al secondo, impiega 96 anni per giungere fino a noi.

Ma perché ce ne interessiamo in un contesto ufologico? Per via di Valerio Lonzi. Valerio, come molti sanno, è quel giovane rapito il cui caso fu studiato dal Prof. Corrado Malanga, il chimico che poi raccolse quanto emerso dalla ricerca nel libro Gli alieni nella mente. In un’intervista televisiva, Valerio afferma che gli alieni che lo avevano rapito provenivano da Beta Ceti. Fin qui nulla di eccezionale: quelli dei coniugi Hill provenivano da Zeta Reticuli, I W56 dalle Pleiadi (e non solo) e così via. Perché allora interessarsi a questa stella?


La curiosità di scoprire se intorno ad essa sono stati scoperti dei pianeti, ci porta a fare qualche ricerca su internet e così scopriamo, da Wikipedia, che essa è in una fase particolare della sua vita. È una stella gigante, con un raggio 17 volte quello del Sole, ma è una gigante un po’ anomala: emette 2.000 volte più raggi X del Sole. Questo lo possono fare due tipi di giganti:
a) quelle che hanno terminato l’idrogeno nel nucleo e si avviano a gonfiarsi fagocitando pianeti che gli orbitano intorno
b) quelle che si sono già gonfiate e ora, terminata anche la fase della combustione dell’elio, si apprestano a diventare nane bianche espellendo gli strati esterni al nucleo, strati che andranno a formare una bellissima ma effimera nebulosa planetaria.

Deneb Kaitos sarebbe del tipo descritto in (b) ma già così, con una emissione di raggi X molto forte, ma soprattutto con una fase di espansione già avvenuta che ha comportato uno spostamento verso l’esterno della fascia di abitabilità, la vita su eventuali corpi che la ospitavano e che le orbitavano attorno, non deve essere stata facile come prima, quando la stella era una tranquilla nana di sequenza principale. Comunque, nel primo caso (a) si impone l’abbandono dei pianeti abitati che presto diverranno inospitali e magari scompariranno inglobati nell’atmosfera della stella; nel secondo (b) tutto questo dovrebbe essersi già verificato e, quindi, l’abbandono dovrebbe essere già avvenuto. Sì, perché come spesso accade anche nella biosfera terrestre, quando un habitat diventa inospitale per una certa specie questa ha due sole possibilità: restare in esso (adattandosi, se può, alle nuove condizioni per non perire o estinguendosi nel caso contrario) oppure migrare.

Dalla testimonianza di Lonzi, sembrerebbe che gli alieni di Deneb Kaitos abbiano potuto scegliere la seconda possibilità: spostarsi alla ricerca di una nuova casa cosmica. Dunque, visto quanto emerso dalle ipnosi regressive del giovane genovese e viste le caratteristiche fisiche di Beta Ceti, è plausibile pensare che gli alieni che lo rapirono fossero in giro per lo spazio perché in cerca di un nuovo pianeta che potesse ospitarli.

Alla luce di quanto emerso in altri contatti, però, l’invasione di pianeti già occupati da una specie intelligente non dovrebbe avvenire (Angelucci, 1955), se non in una forma che non disturba gli indigeni (Di Girolamo, 2009); prova ne sia la testimonianza di un rapito analizzato da J. E. Mack, Peter, secondo il quale ci sarebbero diverse civiltà in attesa, non passiva, che la Terra si renda libera a seguito di eventi autodistruttivi messi in atto dalla nostra specie. Non dovremmo preoccuparci quindi degli attendisti alieni: non ci sarà mai una “guerra dei mondi”, una guerra di conquista della Terra, ma una guerra tribale sì, potrebbe esserci, ed è di questa che dobbiamo aver timore.
Di seguito la storia di Valerio Lonzi

Articolo a cura del socio ricercatore del
Articolo a cura del socio ricercatore del CUFOM: Fiorentino Bevilacqua
