Fossile russo di Tigil, di Giuseppe Di Stadio

Giuseppe Di Stadio

Fossile russo Tigil – Articolo a firma del collaboratore C.UFO.M. Giuseppe Di Stadio – Si è fatto un gran parlare, nel periodo appena trascorso, dell’incredibile ritrovamento di un particolare fossile in Russia, precisamente a circa 200 Km dalla città di Tigil. Vedi un articolo in proposito sulla seguente fonte.

fonte: Il Fattaccio

Ora, il nostro validissimo e preparatissimo collaboratore Giuseppe di Stadio, sciorina una serie di osservazioni da vero esperto in materia.

“La strana forma e la composizione chimica, hanno incuriosito migliaia di ricercatori e di addetti ai lavori, che si sono attrezzati per raggiungere il sito nel minor tempo possibile…Ma credo proprio che questa volta, i paleoarcheologi, gli archeologi, e soprattutto gli ufologi dovranno staccare un biglietto aereo per una nazione diversa dalla fredda Russia. Infatti il reperto, protagonista di una segnalazione ormai datata fine 2010, non è assolutamente un fossile sconosciuto, da inserire nella lunga lista degli oopArt, e soprattutto, nei suoi lunghi 400.000 anni di storia, non ha mai conosciuto il freddo gelido della regione russa. Infatti il ritrovamento originale risale a diversi anni fa.

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Ricercatori dell’Istituto Nazionale di Archeologia di Toledo, in Spagna, durante una campagna di scavi proprio in prossimità della città iberica portarono alla luce un blocco di pietra, interamente ricoperto di fossili, a prima vista riconducibili alla famiglia delle Ammoniti. Il reperto fu successivamente trasferito nel Musée d’Histoire Naturelle de Lille, in Francia, dove attualmente è ancora in fase di analisi, ma possiamo già annotare interessanti risultati morfologici e chimici della sua composizione originale. Dagli studi sul fossile eseguiti fino ad oggi risulta che si tratta di un raro ma possibile processo di fossilizzazione. Nel caso specifico abbiamo un chiaro esempio di “resti sostituiti”, ovvero Molti tipi di fossili non sono più composti dal materiale originale che costituiva l’organismo o parte di esso, di cui hanno comunque conservato l’aspetto.

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L’acqua che scorre nel sottosuolo contiene in soluzione alcuni sali minerali capaci di trasformare le conchiglie (calcaree) e le ossa (fosfatiche) in altri tipi di minerali, come la silice o la pirite. Nel nostro caso si tratterebbe proprio di una cosiddetta “piritizzazione”, dove l’elemento pirite (un minerale molto comune composto da disolfuro di ferro) muta la composizione naturale del mollusco. Possiamo dunque concludere ufficializzando il fossile col nome di “Laudonomphalus (Crinoideo)”. Doloroso di dover far crollare le speranze dei numerosi ricercatori, che come me, si adoperano da anni per studiare gli oopArt e dimostrare attraverso di essi, l’esistenza e l’interazione tra una “Civiltà Madre” non terrestre e il nostro amato Pianeta. Ma questa volta credo sia doveroso di etichettare la notizia come BUFALA. A dimostrazione della suddetta analisi riporto il link ufficiale di Wikipedia in spagnolo…provate a scorrere la pagina e troverete le risposte che cercate.

fonte: Wikipedia