CUFOM. Gli alieni ci hanno finalmente contattati? – La notizia bomba arrivadal Parkes Radio Telescopio situato nel Nuovo Galles a sud dell’Australia. E’ successo il 14 gennaio 2014 (diciamo bene). Gli astronomi erano intenti al loro solito lavoro quando registravano un rapidissimo “Radio Burst”, letteralmente significa uno scoppio radio, segnali brevi provenienti dallo spazio profondo. Il fatto straordinario è che si tratta della prima volta che si registra un simile fenomeno in diretta. Lo studio e la ricerca sono stati pubblicati dal MonthlyNotices of the Royal Astronomical Society il 19 gennaio 2015. Fonte immagine in alto: www.csiro.au.
CUFOM. Non è la prima volta che succede.
Il Parker Radio Telescopio. Fonte: en.wikipedia.org
Siccome non è la prima volta che si captano questi segnali di origine completamente sconosciuta, gli scienziati si sono dati da fare per cui Emily Petroff, alla guida di un gruppo di ricercatori, ha addirittura predisposto un sistema proprio per cercare siffatti segnali. I primi “Radio Burst” furono registrati nell’anno 2007, non in diretta come accaduto pochi mesi fa, ma studiando attentamente l’archivio colmo di dati del Parkes Radio Telescope. Essi potrebbero arrivare da una distanza pari a 5 miliardi e mezzo di anni luce. Un’eternità.
CUFOM. Rete di radiotelescopi in tutto il mondo
E’ stata così creata una rete di radiotelescopi in alcune parti del mondo per captare i misteriosi segnali dal cosmo e per cercare di cavare un ragno dal buco. Un risultato significativo si è avuto anche con il celeberrimo radiotelescopio di Arecibo a Puerto Rico, che ha registrato per l’appunto uno di questi “Radio Burst”. Nel frattempo, dal 2007 il Parkes Radio Telescope ha captato ben 6 episodi di questo vero e proprio enigma che si può definire relativamente nuovo. Le lunghezze d’onda scandagliate sono numerose, ed i radio telescopi impegnati nell’affascinante progetto ammontano a 12.
CUFOM. Gli alieni potrebbero davvero averci finalmente contattati. I segnali restano ignoti e potrebbero anche essere intelligenti.
Segnali brevi, ripetuti anche da telescopi diversi. Diverse frequenze sottoposte ad indagine: visibile, ultravioletto, infrarosso raggi x. Nulla di nulla, lo spettro sottoposto a scansione fino ad ora non ha svelato il mistero. I ricercatori non sono venuti a capo dell’enigma. E dello stesso parere è “Science Daily”. Dallo spazio, forse gli extraterrestri stanno cercando di contattarci ma non ci capiamo. Facciamo un esempio della estrema difficoltà di contattare una civiltà aliena. Gli extraterrestri ci mandano un segnale con la tecnologia laser, che noi non lo sappiamo leggere perché non è questo il sistema che utilizziamo e non ne abbiamo la tecnologia sufficiente per utilizzarlo per questi scopi. Ovviamente fino a nuovi sviluppi tecnologici brancoleremo nel buio. Nell’ipotesi degli “scoppi radio”, alcuni risultati si sono già ottenuti, nel senso di escludere alcune possibilità e cioè dei fenomeni astronomici noti per la loro “violenza”, tra cui i raggi gamma connessi all’esplosione di stelle e supernove.
Il segnale misterioso “Radio Burst”. Fonte: Annunci della Royal Astronomical Society mensili e openmindstv
CUFOM. Ma allora qual è la natura del segnale misterioso?
Quindi un grande mistero. Il dato di fatto nuovo e significativo, è che questa volta sembra che non si escluda nulla e varie sono le ipotesi sulla natura del segnale misterioso. Qualche scienziato afferma che è l’evaporazione dei buchi neri a causare l’emissione del segnale, mentre altri sostengono che è la fusione delle stelle a neutroni. Si sta ripetendo un po’ quanto accadde col famoso segnale “wow” la cui storia, molto conosciuta, potete leggere cliccando sul seguente link: wikipedia. Una constatazione tuttavia ci “rattrista”. Se veramente si tratta di un segnala di origine intelligente, la possibilità di incontrare gli autori sono “zero”. Una ipotetica civiltà che ha lanciato il segnale ben 5,5 miliardi di anni or sono, è certamente scomparsa oppure sarebbe ad un livello evolutivo otre ogni limite da noi concepibile e quindi vi potrebbe essere addirittura un problema di comunicazione. E’ un po’ come se noi volessimo parlare con u animale.Il solito problema delle finestre a disposizione per le varie civiltà che nascono, si evolvono e poi inevitabilmente muoiono nello sterminato universo. Insomma, se noi decodificassimo il segnale e volessimo rispondere, esso arriverebbe a destinazione tra cinque miliari e mezzo di anni. Diciamo, per rendere l’idea, un lasso di tempo più ampiorispetto a quando è nato il sole circa 4,6 miliardi di anni fa. Però, teniamo ben presente che noi ragioniamo sempre secondo gli attuali standard del nostro sviluppo tecnologico, per cui la realtà “la fuori” nello spazio, potrebbe essere ben diversa e magari si utilizzano “segnali subspaziali”, alla Star Trek per intenderci, che limitano fortemente i problemi connessi alle comunicazioni a distanza di anni luce. Nel frattempo restiamo in attesa e stiamo con le antenne ben drizzate e puntate. Forse il tempo del contatto è molto vicino.
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