Acqua salata su Marte? Proprio così, lo garantisco io, Angelo Carannante, in qualità di Presidente del C.UFO.M. : L’ing. Ennio Piccaluga lo aveva già ipotizzato, anzi dimostrato, nel 2007. Infatti, vi postiamo un articolo da lui scritto nel 2011 facendo riferimento al pezzo da lui stesso pubblicato sul N. 27 (dicembre 2007) della rivista Area51. Alla fine dimostra come su Marte sia impossibile avere laghi di anidride CO2 liquida, mentre ci sono tutte le premesse per l’esistenza di acqua salata liquida. All’epoca lo sostenevano in pochissimi. Una scoperta quindi dovuta anche all’autore di Ossimoro Marte che pian piano, ma sistematicamente, vede premiate le sue coraggiose ipotesi, frutto di approfonditi studi e di attente valutazioni. Diamo dunque a Cesare quello che è di Cesare: complimenti al nostro grande Presidente Onorario, uomo di gande spessore e, come ricercatore, se possibile, ancora di più. Per il C.UFO.M. è un onore averlo nel suo team di esperti, non tutti possono vantare simili presenze. Ecco ora l’articolo in oggetto. Davvero incredibile la lungimiranza dell’ing. Ennio Piccaluga.
A seguire, pagine di Area 51 n. 27 di dicembre 2007:
Tre immagini esplicative del n. 27 di Area 51 di dicembre 2007 che provano quanto diceva l’ing. Ennio Piccaluga e pochi altri studiosi al mondo. Oggi la NASA si è “accorta” della presenza di acqua salata.
Questo qui sopra è l’articolo di Repubblica del 28 settembre 2915. Noi del C.UFO.M. già lo sapevamo nel 2007.
Prima dell’art. del nostro Ennio Piccaluga, leggetevi quanto dice FOCUS: Focus.it
Scoperta l’acqua (calda) su Marte,
5 agosto 2011
Nei mesi piu’ caldi su Marte esisterebbe acqua allo stato liquido. Lo ha annunciato la Nasa, adducendo come prova le immagini di alcune strisce scure su alcuni pendii del pianeta rosso (Fig. 1), individuate dalla sonda Mars Reconaissance Orbiter alle latitudini medie dell’emisfero meridionale di Marte. Tracce che si affievoliscono a partire da ottobre quando la temperatura torna ad abbassarsi.
Fig. 1 NASA
“La spiegazione piu’ convincente che abbiamo per queste osservazioni è che si tratti di un flusso di acqua salata, anche se ancora manca una conferma ufficiale”, ha dichiarato a Science Alfred McEwen del Lunar and Planetary Laboratory della University of Arizona. In precedenza era stata confermata la presenza di acqua allo stato solido sotto forma di ghiaccio ai poli e la presenza dello stesso elemento allo stato liquido in ere passate. Stavolta si tratterebbe per la prima volta di acqua, seppur salata, allo stato liquido.
Il 6 Agosto sono stato letteralmente tempestato dalle telefonate e dalle e-mails di amici che volevano essere i primi a comunicarmi la notizia. Amici contagiati dal “morbo di Marte” e che hanno cominciato a prestare attenzione alle notizie che ogni tanto vengono diffuse sul Pianeta Rosso. Ho caldamente ringraziato tutti ma non ho potuto fare a meno di pensare alla faccia di bronzo di chi, da anni, ad intervalli più o meno regolari, continua a scoprire l’acqua su Marte ed a rivelarcelo con enfasi come se fosse la prima volta.
Gia in “Ossimoro Marte”, a questa annosa questione, ho dedicato un capitolo intitolato “La storia infinita dell’acqua” denunciando la ripetuta scoperta di un qualcosa che per taluni studiosi è assodato fin dagli anni settanta.
In realtà le prime foto di Marte che giunsero a Terra nel 1965 (Mariner 5) furono molto deludenti e indussero gli scienziati nella errata convinzione che si trattasse di un pianeta desertico e di consistenza assimilabile alla nostra Luna. Tale convincimento però fu ingenerato non da riscontri oggettivi, ma delle poche, pessime immagini che giunsero da una sonda che non era in grado di comunicare niente di certo. Il suo vero, reale merito era semplicemente di essere giunta sul suo obbiettivo e di aver trasmesso qualcosa. Il suo reale scopo era di dimostrare che l’impresa era possibile e che si potevano ricevere dati da quella distanza. L’errore consistette nell’attribuire credibilità alle foto ricevute, pessime dal punto di vista fotografico e documentale, pur se straordinarie per il primato che stavano a rappresentare.
Le successive sonde marziane, la Mariner9 in particolare, trasmisero un’infinità di immagini ben più dettagliate che attestavano invece un passato caratterizzato da un’orografia disegnata dallo scorrere di grandi quantità di acqua, senza che la comunità scientifica rettificasse le prime affermazioni. Solo dopo oltre trenta anni ed a fronte di evidenze inconfutabili, in innumerevoli occasioni si comincerà a scoprire, e riscoprire, “per la prima volta” l’acqua.
Limitandoci a considerare le notizie più recenti, ripercorriamo brevemente le tappe di questa sconcertante, reiterata scoperta.
21 Giugno 2000
Fig. 2. NASA
E’ il sito Space.com a dare per primo l’annuncio: Ed Weiler ed altri ricercatori della NASA, osservando alcune foto della Valles Marineris (Fig. 2) scattate dalla Mars Global Surveyor con la sua Mars Orbiter Camera, avevano motivo di ritenervi altamente probabile la presenza di acqua allo stato liquido. La notizia si diffuse rapidamente in tutto il mondo, non senza suscitare delle perplessità. Come era ipotizzabile la presenza di acqua allo stato liquido, considerate le condizioni di pressione e temperatura esistenti in quella zona di Marte? In realtà il nome della località, indicata inizialmente come Valles Marineris, fu successivamente rettificato in Noachis Terra (Fig. 3).
FIg. 3.
La Fig. 3 mostra il substrato roccioso sul fondo di un cratere vicino la Noachis Terra. Questo cratere è molto interessante per via della presenza di olivina nelle sue rocce.
L’olivina è un silicato di magnesio-ferro molto comune nel mantello terrestre . Lo studio delle caratteristiche morfologiche di questi crateri potrebbe contribuire a descrivere meglio i processi a grande scala della crosta marziana, la genesi del magma e la creazione della regolite.
L’olivina si trasforma in altri minerali quando viene a contatto con l’acqua; per tale motivo gli scienziati sono molto attenti nella ricerca dei minerali derivanti dalla sua presenza.
Il 22 Giugno la NASA, costretta ad uscire allo scoperto dalle voci del giorno precedente, confermava la presenza di conformazioni geologiche recenti che potevano derivare unicamente dallo scorrere di acqua allo stato liquido, che allo stato attuale potrebbe essere presente non in superficie ma nel sottosuolo, da dove potrebbe sgorgare qualora si verificassero le giuste condizioni fisiche. Gli studiosi NASA, non si sa in base a quali dati, si sono lanciati anche in una stima approssimativa della quantità di liquido contenuta in questo sito: “tanta quanto basterebbe a cento persone per un periodo di 20 anni”. Evidentemente una stima di fantasia ma funzionale ad orientare un pubblico inesperto a ritenere possibile e perché no, auspicabile, una missione con astronauti, ritenuta fino ad allora molto problematica, anche per la necessità di portare da Terra la grande quantità acqua necessaria per i due anni di durata del viaggio.
20 Giugno 2002
Il GRS, lo spettrometro a raggi gamma della sonda americana Mars Odissey ha rilevato la presenza di grandi quantità di acqua nel sottosuolo di Marte. L’annuncio viene dato con grande rilievo comunicando che il GRS ha accertato la sicura presenza di idrogeno ad una profondità che va da pochi centimetri ad un metro. Siccome l’idrogeno evapora ad una temperatura di -259 °C , bisogna allora ipotizzare che esso sia presente insieme all’ossigeno sotto forma di acqua.. Solo così potrebbe esistere a temperature che vanno da 20 °C a – 150°C. , temperature che è possibile riscontrare sul pianeta man mano che ci si sposta dall’equatore in direzione del polo sud. Questo significa anche che, se si trattasse proprio di acqua, il GRS dovrebbe rivelarne quantità crescenti procedendo dall’equatore al polo sud. Ed è esattamente ciò che è stato riscontrato, avvalorando quindi le supposizioni relative alla specifica presenza di acqua.
15 Gennaio 2004
La sonda europea Mars Express, appena entrata nell’ orbita marziana, trasmette una bella immagine della Reull Vallis (Fig. 4) in cui senza ombra di dubbio si intravede, in colore più scuro, quello che in passato è stato il letto di un fiume con grande portata. Non è possibile risalire all’epoca in cui scorreva tanta acqua, ma di cert non è mancato il solito “esperto” pronto a tirare in ballo epoche di miliardi di anni fa.
23 Gennaio 2004
E’ ancora l’Agenzia Spaziale Europea a dare la grande notizia da Armstadt in Germania. Con un annuncio shock Vittorio Formisano, in una affollata conferenza stampa, comunica che la sonda europea Mars Express ha rilevato la presenza di ghiaccio di acqua al polo sud del pianeta rosso.
Nella Fig. 5 è possibile osservare il rilievo effettuato dallo strumento Omega presente a bordo della Mars Express in cui veniva evidenziata la diversa presenza di ghiaccio di anidride carbonica, al centro della foto, e di ghiaccio di acqua, sulla sinistra. A destra, la stessa foto è rappresentata nella gamma del visibile.
23 Marzo 2004
La palla ritorna agli USA che dichiarano che il rover Opportunity ha scoperto la presenza, in un lontano passato, di acqua. C’erano quindi, anche se di profondità indefinita, degli oceani su Marte, lo hanno annunciato gli esperti della Nasa. Ma a questo punto è fin troppo chiaro che la prossima scoperta potrebbe riguardare la presenza di fossili sul fondo di mari ormai prosciugati. Secondo la NASA l’oceano avrebbe potuto avere una profondità di cinque centimetri anche se non è chiara l’epoca in cui esso sarebbe stato presente . “Siamo di fronte ad un ambiente adatto alla vita” ha dichiarato il responsabile del team che si occupa della missione Opportunità, Steve Squyres, della Cornell University.
20 Agoso 2004
Nuova scoperta della presenza d’acqua su Marte. Lo hanno annunciato gli scienziati della Nasa spiegando che la sonda Spirit, gironzolando su un’ altura che si affaccia sul cratere Gusev, ha trovato alterazioni sulle rocce che dimostrerebbero, ancora una volta, che sul pianeta rosso c’era il prezioso liquido. Steven Squyres, responsabile della missione, ha affermato nella storica conferenza stampa che “le prove raccolte indicano che l’acqua potrebbe avere interagito cambiando la composizione di queste rocce“…. ” Nell’area collinare sotto esame ci sono rocce diverse da quelle presenti nella pianura del cratere – ha spiegato Squyres – qui si osservano modifiche strutturali più profonde, che suggeriscono la presenza di molta più acqua. Quello che rimane da stabilire è se si sia trattato di acqua calda o fredda, liquida o gassosa“.
La rivista Science, nel suo report annuale, ha indicato come principale progresso scientifico del 2004 la scoperta dell’esistenza di acqua nel passato di Marte, fatta dai rover della NASA.
14 Giugno 2005
Entra in azione lo strumento Marsis installato sulla europea Mars Express con il dispiegamento di tre lunghissime antenne (Fig. 5) per sondare il sottosuolo di Marte con onde a bassa frequenza, non già per scoprire se c’è acqua ma dove si trova ed in quale quantità.
Fig. 6. ESA
Settembre 2005
La rivista Scientific American riporta con enfasi la scoperta di ghiaccio effettuata dalla Mars Express. Nella fig. 7 è in effetti chiaramente visibile una grande distesa ghiacciata.
Non c’è dubbio, non è il ghiaccio secco dell’anidride carbonica perchè lo spettrometro di bordo non lascia dubbi: si tratta di ghiaccio di acqua. Questa volta l’evidenza sia strumentale che visiva è lapalissiana: su Marte l’acqua c’è e ce n’è tanta. Con banali calcoli di fisica tecnica sarebbe anche semplice concludere in quali condizioni di temperatura e pressione potrebbe esistere allo stato liquido e per quanto tempo (necessariamente breve perchè comunque evaporerebbe rapidamente, vista la bassissima pressione atmosferica). Ma pare che nessuno si occupi di questo fondamentale aspetto della questione.
Il 6 Dicembre 2006
Con un annuncio shoc la NASA ha rivelato di aver scoperto la presenza del prezioso liquido sul vicino pianeta. L’astronoma Margherita Hack è apparsa sulle reti nazionali e, con lo sguardo illuminato e la voce rotta dall’emozione, ha illustrato con dovizia di dati ed immagini l’annuncio dell’ente spaziale americano. Nella Fig. 8, mettendo a confronto due diverse foto di uno stesso sito, scattate in epoche diverse dal Mars Global Survoyer, si evidenzia la presenza di depositi di materiale di riporto, verosimilmente trascinato da correnti di acqua allo stato liquido, presente nel più recente fotogramma di destra, mentre tale materiale non è riscontrabile nel fotogramma di sinistra, scattato circa sei anni prima.
L’acqua sarà riscoperta ancora innumerevoli volte, fino a 5 Agosto 2011, quando finalmente qualcuno ha supposto che tutto diventa possibile se si ipotizza l’esistenza di acqua salata. Possibile che finora sia stata ignorata questa eventualità? Eppure,una simile ipotesi avrebbe immediatamente contemplato l’esistenza di laghi e fiumiciattoli che pure erano ravvisabili in tante foto inviate a Terra dalla Mars orbital Camera della sonda MGS. Il mio studio sull’acqua salata, da cui trassi un articolo per la rivista Area51 risale al 2007. In esso non solo affermai, ma dimostrai la presenza di acqua salata nelle zone temperate di Marte. Vediamo in base a quali parametri.
Acqua liquida su Marte? Eccola!
Mi è parsa sempre esagerata la meraviglia mostrata di fronte all’eventualità della presenza del prezioso liquido sulla superficie marziana. Gli elementi acquisiti dalle sonde americane e sovietiche già negli anni ottanta-novanta lasciavano infatti pensare da tempo ad una presenza massiccia di vapore acqueo (Fig. 10) e di ghiaccio (Fig. 11)
Quanto all’ acqua liquida, date le premesse chimico-fisiche presenti sul pianeta, non avrebbe dovuto esserci ormai alcun dubbio sulla sua presenza, ed infatti lo strumento MARSIS (Fig. 12) , montato a bordo della sonda europea Mars Express, aveva lo scopo non di dimostrare la presenza del liquido ma di vagliarne la consistenza e la dislocazione in superficie e nel sottosuolo.Quanto all’ acqua liquida, date le premesse chimico-fisiche presenti sul pianeta, non avrebbe dovuto esserci ormai alcun dubbio sulla sua presenza, ed infatti lo strumento MARSIS (Fig. 12) , montato a bordo della sonda europea Mars Express, aveva lo scopo non di dimostrare la presenza del liquido ma di vagliarne la consistenza e la dislocazione in superficie e nel sottosuolo.
Fig. 14 ESA
Il 15 Marzo 2007 l’ESA ha rilasciato uno studio (Fig. 13 e Fig. 14) risultato dalla scansione di oltre 300 sezioni virtuali della calotta polare presente nell’emisfero australe del pianeta rosso, giungendo alla conclusione che un’eventuale liquefazione del permafrost presente potrebbe ricoprire l’intero pianeta con un oceano profondo non pochi centimetri ma più di 11 metri. C’è da sottolineare a questo punto l’eccellente lavoro svolto dal radar MARSIS, affidato alla responsabilità del ricercatore italiano Giovanni Picardi dell’Università “La Sapienza” di Roma. Questo straordinario strumento riesce a leggere vari strati sotterranei, dai più superficiali fino a quelli più bassi situati a 3,7 Km. di profondità. Mancava a questo punto l’ultima constatazione, quella visuale, che attestasse la presenza di H2O liquida.
Fig. 15 NASA
Fig. 16
Uno studio del dott. Joseph Skipper sulla zona di Aram Chaos ha colmato questa lacuna mostrando una porzione (Fig. 15) del fotogramma R15-01663 scattato dalla Mars Orbital Camera posta a bordo della sonda NASA “Mars Global Survoyer”.
Nella foto si osserva chiaramente che delle strutture tubolari si immergono in una sostanza che ha tutto l’aspetto di un liquido. E’ l’uniformità della superficie più scura che ci fa pensare a questa possibilità, uniformità che contrasta molto con l’aspetto fortemente frammentato e tormentato delle parti solide che compongono l’immagine. Ma soprattutto, schiarendo un po’ la foto (Fig. 16), risalta la trasparenza del probabile liquido lasciando intravedere la forma tubolare che sembra immergersi con una visibilità che degrada man mano che aumenta la profondità di immersione.
Non è questa però una evidenza isolata e, cercando fra le altre foto della MOC ho trovato immagini ( Fig. 17 e 18 ) che, con palese analogia, ci mostrano chiazze scure ed uniformi che, sottoposte ad una riduzione del contrasto (Fig.19 ed 20), hanno rivelato la trasparenza del liquido in oggetto che, a questo punto, sembra essere molto meno scuro e denso di quanto le immagini originali sembrassero suggerire.
Fig. 20
Per mancanza di spazio non propongo altre foto, ma laghi e fiumi di questo tipo si possono osservare abbastanza di frequente, specialmente nelle zone caotiche che sono caratterizzate da temperature (-60°C – +20°C) più miti ed uniformi di quelle mediamente riscontrabili sul resto della superficie, nonchè da una pressione atmosferica che raggiunge i massimi valori riscontrabili su Marte, cioè gli 8-10 millibar.
Sono questi valori di temperatura e pressione compatibili con l’esistenza di acqua allo stato liquido? La risposta ce la fornisce lo studio del diagramma di stato dell’acqua (Fig. 21) in cui tre linee separano le fasi solido-liquido-aeriforme in funzione della temperatura e della pressione, rappresentate sugli assi x ed y.
Per una straordinaria coincidenza il punto triplo, quello in cui è possibile la coesistenza dei tre diversi stati, è caratterizzato dalla temperatura di 0 °C (0,01 per l’esattezza) e dalla pressione di 4,56 mm di mercurio (pari a circa 6 millibar) che è proprio la pressione che è normalmente presente sulla superficie di Marte. Questo diagramma ci dice quindi che esiste almeno una combinazione di temperatura e pressione che consente la presenza di acqua liquida, anche se mista a ghiaccio e vapore.
Per la verità la temperatura su Marte varia con molta rapidità durante il giorno, con escursioni anche di un centinaio di gradi e questa felice condizione, quando si realizza, non può durare che pochi minuti, troppo poco per creare i presupposti necessari alla formazione di laghi come quelli appena osservati.
FIg. 23. Deposito di Solfati individuato dall’Omega.
Sembrerebbe quindi perlomeno improbabile poter osservare l’esistenza di acqua allo stato liquido, ed invece ciò non solo avviene ma ha anche una spiegazione abbastanza semplice: l’acqua pura congela a 0°C, ma non una miscela eutettica di acqua e sale che congela invece a temperature anche inferiori a -20°C. Lo strumento Omega, presente sulla Mars Express, ha rivelato in effetti la presenza di grandi quantità di sali (es. solfati) in alcune zone ritenute sedi di antichi oceani, dimostrando che le acque degli scomparsi oceani marziani erano ricche di sali.
Se lo sono anche quelle testè osservate, ecco che sui diagrammi di stato si crea un intervallo abbastanza ampio per poter osservare, durante il giorno, larghi specchi di acqua salata ed allo stato liquido come quella evidenziata nelle fig. 9, 16, 19 e 20. Nonostante le considerazioni contenute in questo articolo non siano di grande complessità, le conseguenze che ne derivano potrebbero essere notevoli.
Comunque manca, e mancherà ancora fino a quando non scenderemo su Marte, la verifica finale di quanto asserito, ma ritengo sia impossibile a questo punto negare la possibilità sia teorica che pratica dell’esistenza di acqua liquida sul Pianeta Rosso.
Per terminare, rispondo ad alcuni appassionati che avevano affacciata l’ipotesi di possibili laghi di anidride carbonica, ipotesi considerata con attenzione anche da un gruppo di giornalisti ed avvalorata dalla notevole presenza nell’atmosfera di gas CO2 e di ghiaccio secco ai poli. E’ lo stesso diagramma di stato (Fig. 13) della CO2 a darci la risposta: l’anidride carbonica liquida può esistere solo a temperature superiori a -57,6 °C, purchè la pressione non sia inferiore a 5,1 atmosfere, valore quest’ultimo lontanissimo dai pochi millesimi di atmosfera presenti sul corpo celeste in oggetto. Quindi strati di ghiaccio secco, gas CO2, ma niente mari di anidride carbonica su Marte, è matematicamente impossibile.
Fig. 24. Diagramma di Stato della CO2.
Amici ed appassionati, Ennio Piccaluga aveva ragione. Su Marte, già nel 2007, aveva visto l’acqua salata. Il C.UFO.M. ha (quasi) sempre ragione, La ricerca fatta bene premia.
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