UFO. VIDEO. RAPIMENTI ALIENI REALI E CONTATTI MAI AVVENUTI. Articolo a cura di Francesco Trapani, socio e ricercatore C.UFO.M. – Cosa distingue un vero soggetto addotto da entità non umane, dal sedicente “contattista” di turno? Come riconoscere un mistificatore, da un soggetto che, suo malgrado, ha avuto incontri con alieni provenienti da altri mondi? Il segreto potrebbe essere celato proprio i virtù del termine sopra esposto “suo malgrado..”. Infatti, l’esperienza autentica di contatto con entità ultraterrene, viene offerta solo e soltanto in virtù di una attenta indagine di ipnosi regressiva. E stante le numerose testimonianze, tale contatto non è MAI voluto, cercato o desiderato dalle vittime. Inoltre, tali testimonianze restano relegate nell’ambito di un destinatario ristretto e non aperto a tutti. L’autenticità equivale alla drammaticità dei casi. Ed ancora, non possono esservi prove documentali da parte degli addotti, in virtù del forte e sicuro stato di shock in cui riversano al momento dei fatti. Per converso, i frequenti contatti aventi ad oggetto “battute o considerazioni di fratelli cosmici sulla evoluzione del pianeta per il nostro bene” sono decantati ai quattro venti da coloro che si professano “contattisti” e documentati da fotografie di velivoli extraterrestri che sembrano pressochè perfette. Periodici contatti, allarmismi di massa, foto perfette di dischi volanti, che sembrano realizzate in apparente stato di totale tranquillità da parte dei vari Adamski, Meier e altri. Tutto ciò non é sinonimo di reale contatto alieno. Si tratta di persone molto discusse, per cui è opportuno usare, a mio avviso, la massima prudenza possibile.
Prima di continuare a leggere l’articolo, sentite il dibattito ufo su radiodue rai. Il nostro Presidente Angelo Carannante contro tre scettici. Cosa è stata capace di combinare la RAI. Ma ad un certo punto, l’imprevisto. Per ascoltare la trasmissione cliccate sul seguente link: Non è un paese per giovani. Dibattito sugli ufo: ufo si, ufo no.
UFO. VIDEO. RAPIMENTI ALIENI REALI E CONTATTI MAI AVVENUTI.
Si evidenzia infatti, come lo stesso contatto sia “patito” particolarmente da chi lo subisce. Ed, inoltre, si riscontrerebbe una sicura difficoltà a scattare foto perfette in ogni ambito. Infatti, lo stato di shock emotivo in cui si ritroverebbe qualunque soggetto medio, gli impedirebbe di avere “tutto il tempo necessario” per: – prendere una macchina fotografica e caricare il rullino; – prendere telefonino o smartphone, aprire il programma “fototcamera” e scattare, magari inserendo il flash; – convocare urgentemente amici e parenti, annunciando che gli alieni esistono.. Ed invero, le foto migliori nonché ritenute autentiche – cioè, allo stato, prive di qualsivoglia artificio- non risultano mai perfette a vedersi! Infatti, basta scorrere anche rapidamente sul presente sito web per avere un’idea chiara di cosa significhi scattare foto a reali velivoli non riconducibili a quelli terrestri. Ma vi é di più! Oltre l’aspetto fotografico, vi è un ambito molto più profondo da analizzare, vale a dire lo shock emotivo da parte di chi ha patito un incontro ravvicinato del quarto tipo (ossia, rapimento di entità non umane). Per avere un’idea chiara di ciò occorre sottolineare che spesso, la drammaticità degli incontri viene ricordata solo dopo tanto tempo e solo a seguito di un cammino psicoterapeutico di elevata criticità. Infatti, è l’ipnosi regressiva che riporta a galla l’origine dei problemi sofferti dalla persona realmente addotta. Tali problemi iniziano – stando alle testimonianze dei coniugi Hill, di Fortunato Zanfretta, di Linda Cortile, di Travis Walton e molti altri addotti – da un vuoto di memoria, che talvolta si protrae per diverse ore. Poi seguono sanguinamenti dal naso (in virtù dei cosiddetti “impianti”, assolutamente non umani) e stati ansiosi legati ad incubi vari. L’ipnosi regressiva, tramite l’accompagnamento di un terapeuta, permette ai pazienti a riesplorare – regredendo – frammenti di altre situazioni, lontane dalla vita di tutti i giorni. Ebbene in tal modo, i pazienti ed il terapeuta mettono tutto a fuoco, allargando il campo di ricerca, analizzando punti critici, e risolvendo i momenti che generano il tormento agli stessi addotti.
In conclusione si invita, attraverso questa elementare analisi, a riflettere sulla reale entità del problema “abductions”, riconducendo la questione ai soli drammatici casi reali. Vi lascio ad un video in merito che, però, ha il solo neo, pur nella apparente affidabilità, di non considerare il caso Zanfretta tra i migliori. Infatti vi sono degli indizi, se non vere e proprie prove, veramente eccezionali. Buona visione…ed alla prossima!
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