Tracce dal passato. Archeologia proibita. Di Giuseppe Di Stadio

Tracce dal passato. Archeologia proibita.
Viaggio panoramico sulle anomalie occultate.

Volendo intraprendere un percorso a ritroso nel tempo, percorrendo le principali tappe evolutive della nostra storia di genere umano, dobbiamo essere consapevoli della reale possibilità di imbatterci in elementi discordanti con la linea logica che ci ha imposto la storiografia fin ad oggi, e che ancora impone negli insegnamenti del sistema universitario mondiale.

Tali elementi, definiti anomalie (prove che non collimano) sono, di regola, in netto contrasto con la logica apparente che regna in ogni contesto storico, a partire dagli albori della nostra civiltà.
E’ appunto di una civiltà in particolare, che tratteremo in questo percorso panoramico, aimè riduttivo rispetto ai dovuti singoli approfondimenti che meriterebbe, ma comunque che può tranquillamente darci l’idea di quanto poco conosciamo il nostro passato e la nostra vera storia.
Il genere umano, nei secoli, segue un logico processo evolutivo, sia in ambito sociale, sia in ambito religioso, sia in ambito di progresso tecnologico. Soffermandoci in particolare sull’evoluzione tecnologica del genere umano troviamo numerosissimi esempi di anomalie storiche.

archeologia proibita - tracce dal passato 1

Tracce dal passato. Archeologia proibita. Potremmo scrivere interi libri su famosi siti archeologici come ad esempio Al Gizah in Egitto o di Stonehenge, ma il viaggio che ho deciso di affrontare oggi, è volutamente all’insegna di alcuni ritrovamenti definiti “minori” ma a mio avviso importantissimi, che ci possono far aprire gli occhi sul nostro passato, o almeno possono sucitare in noi l’interrogativo esistenziale: Chi siamo in realtà?
L’America latina e l’Africa, sono senza dubbio i continenti preferiti dagli archeologi, appunto per gli innumerevoli siti di ricerca, dai quali affiorano, anno dopo anno, sorprendenti ed incredibili scoperte. E’ proprio in Messico, precisamente nella penisola dello Yucatan, a Palenque, che inizia il nostro viaggio. 1952, l’archeologo messicano Alberto Ruz Lhuillier, porta alla luce un complesso di meraviglie architettoniche, tra le quali spicca quello che poi sarebbe diventato il famoso “Tempio delle Iscrizioni”. Datato all’incirca 675 A.C. Il tempio, fu eretto come monumento commemorativo del re Maya Pakal. A dare un tocco misterioso al tempio fu proprio l’analisi del sarcofago del re, in esso custodito per secoli. Tralasciando, per adesso, la descrizione completa del sarcofago ci soffermiamo su due particolari anomali.
Sulle pareti che compongono la camera mortuaria sono chiaramente rappresentati e scolpiti numerosi personaggi di alta statura, con lungo becco e piume archeologia proibita - tracce dal passato 2sulla parte superiore del corpo. Tali rappresentazioni ci riportano al mito dell’Uccello di fuoco, ma straordinariamente, restano identici alle raffigurazioni del dio Horus delle civiltà egizie.Inoltre, secondo i moderni studiosi, l’artista, scolpendo la pietra del sarcofago, intendeva immortalare, con impressionante verismo, un veicolo volante a reazione, facilmente accostabile ad un’astronave. La datazione del sito di Palenque risale al VII secolo, ma incredibilmente “l’astronave”contenente il corpo, ha una datazione ben più antica. Per tale motivo, alcuni archeologi moderni, hanno motivo di credere che la tomba del re, ebbe effettivamente un utilizzo di tipo spaziale, mediante la quale era possibile interagire con le altre civiltà presenti nell’universo. E di conseguenza, le spoglie del defunto potrebbero appartenere ed un extraterrestre ormai noto come “l’astronauta di Palenque”, di dimensioni anomale rispetto agli standard dei popoli originari di quella zona delle Americhe. Questo elemento rafforza maggiormente la teoria sulla Civiltà Madre.
Tracce dal passato. Archeologia proibita.Con il termine Civiltà Madre, si intende quel popolo che ha assistito il genere umano sin dai suoi albori su questo pianeta. Affiancandolo ed indirizzandolo lungo le linee evolutive che sono note a tutti. Le presenze di questa collaborazione sono sotto gli occhi di tutti, e di facile reperibilità. Anche se spesso, viene fatto tutto il possibile per occultare tali testimonianze, evidentemente scomode per le diverse organizzazioni mondiali che speculano in materia storico/religiosa.
Restando appunto nell’ambito territoriale della civiltà precolombiana dei Maya, ci spostiamo nell’Honduras Britannico, terra fertile di testimonianze e reperti antichissimi. Siamo nel 1927, a Labaanatum, il ricercatore Mitchell Edges ha tra le mani per la prima volta un preziosissimo manufatto di cristallo di rocca. Il reperto ha le sembianze di un teschio umano, scolpito nei minimi dettagli anatomici. E’la sua datazione storia il primo vero punto di conflitto tra storici ed archeologi. Infatti, la durezza molto simile al cristallo, e la tecnica necessariamente impiegata per intagliare con tale precisione millimetrica il manufatto, necessitano obbligatoriamente un minimo di 300 anni ed un grande dispiegamento di artigiani ed intagliatori di pietre preziose dotati di un enorme talento. Altro elemento di discussione è dato dalla natura del materiale che compone oggi il teschio. Infatti, il blocco di cristallo intagliato in occasione della creazione del teschio, non risulta presente in natura, nella sua zona originaria di ritrovamento, ovvero l’America Centrale. Per trovare i primi giacimenti minerari che possiedono caratteristiche simile al materiale impiegato in questo caso, dobbiamo toccare le coste europee o addirittura africane. L’unico elemento che mette d’accordo tutti è che, un manufatto di 13 centimetri, con peso superiore ai 5 chili, non può avere una realizzazione esclusiva da parte dell’estinta civiltà Maya. La complessità della sua formazione aumenta il mistero che avvolge il misterioso oggetto. Basti pensare che alla base vi sono incastonati una serie di prismi che, insieme alle lenti presenti nelle orbite del teschio, gli donano una luminescenza unica. Inoltre la superficie straordinariamente levigata è in grado di stimolare zone molto remote del cervello umano che donano appunto a chi viene a contatto con l’oggetto, straordinarie sensazioni. Ma questo non è che uno dei numerosi teschi di cristallo ritrovati in tutto il mondo, e che insieme, formano una delle più affascinanti leggende sul mistero della nascita della vita, di cui tratteremo successivamente con i dovuti approfondimenti in merito.
Il lato misterioso di questo ritrovamento sta in una precisa piattaforma girevole differenziale, che sarà inventata “ufficialmente”in Europa nel 1500. Anche gli studi sulla civiltà ellenica del tempo, non lasciano affatto pensare che le più ingegnose menti dell’epoca fossero in gradodi costruire ed utilizzare, archeologia proibita - tracce dal passato 3mediante le conoscenze necessarie, un simile calcolatore astrale. Questo caso si va ad aggiungere alle cosiddette “conoscenze fuori tempo”. Ma il lato misterioso di questo ritrovamento sta’in una precisa piattaforma girevole differenziale, che sarà inventata “ufficialmente”in Europa nel 1500. Anche gli studi sulla civiltà ellenica del tempo, non lasciano affatto pensare che le più ingegnose menti dell’epoca fossero in gradodi costruire ed utilizzare, mediante le conoscenze necessarie, un simile calcolatore astrale. Questo caso si va ad aggiungere alle cosiddette “conoscenze fuori tempo”.Se circumnavighiamo il globo fino ad arrivare nel Vecchio Continente, ci rendiamo conto che le sorprese storiche non sono circoscritte alle Americhe e alle civiltà precolombiane. Bagdad, città di Khuyut Rabbou’a, l’archeologo Wilhem Konig stravolge completamente la paternità di un invenzione che ha vantato natali italiani per secoli. Il manufatto è datato 180 A.C. epoca storica nella quale la zona del sito era abitata dal popolo dei Parti, nota popolazione irachena di primordiali agricoltori e successivamente allevatori. Il reperto consisteva in un vaso di terracotta alto 15cm, contenente al suo interno un cilindro di rame a fondo chiuso, della lunghezza di circa 9cm. Il cilindro di rame, con un diametro di 26mm circa, a sua volta, conteneva una barretta ossidata di ferro (è interessante sapere che i cilindri di rame usati per la realizzazione di questo congegno venivano altresì usati come contenitori per piccole pergamene). Il tutto era minuziosamente sigillato da un tappo di bitume e asfalto. La prima domanda che suscitò stupore in Konig fu: “I Parti producevano elettricità 1.600 anni prima dell’invenzione della pila moderna?” E quale prova migliore per verificare questa supposizione se non provare praticamente ad utilizzare il manufatto appena rinvenuto. Applicando archeologia proibita - tracce dal passato 4semplicemente un elettrolito alla primordiale pseudo pila, quest’ultima funzionò immediatamente come una batteria. Pertanto, il paragone con una pila a secco fu inevitabile. Ma come può una popolazione che non ha ancora la concezione di macchina industriale, elettrodomestico, energia elettrica, generatori ed accumulatori, poter sentire il bisogno di approfondire studi al fine di realizzare una rudimentale batteria. Possiamo quindi, annoverare questa prematura invenzione, tra l’innumerevole serie di “esperimenti” nati dalla collaborazione tra la “Civiltà Madre” e gli antichi popoli della Terra? Siamo nel 1900, isola di Antikithera in Grecia, Valerio Stais, studioso e ricercatore porta alla luce un antichissimo calcolatore astrale. I sorprendenti risultati del restauro furono resi pubblici nel1959 dallo “Scientific American”. Dalle analisi scientifiche si è arrivati ad una datazione storica risalente al 87 a.C. e si è potuto affermare che lo strumentoveniva utilizzato per calcolare i movimenti del sole, della luna e degli altricorpi celesti. Le analisi ai raggi X ci hanno dato la possibilità diricostruire la struttura originaria dell’oggetto, nonché la serie di ingranaggimosse da alberi meccanici, che a loro volta muovevano lancette a differenti velocità sui quadrantidell’antico reperto. Ancora oggi è possibile osservare, sul quadrante frontale del calcolatore, il moto delle stelle dello Zodiaco. Ma il lato misterioso di questo ritrovamento sta’ in una precisa piattaforma girevole differenziale, che sarà inventata “ufficialmente”in Europa nel 1500. Anche gli studi sulla civiltà ellenica del tempo, non lasciano affatto pensare che le più ingegnose menti dell’epoca fossero in gradodi costruire ed utilizzare, mediante le conoscenze necessarie, un simile calcolatore astrale. Questo caso si va ad aggiungere alle cosiddette “conoscenze fuori tempo”.

archeologia proibita - tracce dal passato 5Tracce dal passato. Archeologia proibita.Tantissime altre discordanze storico religiose, come gli incredibili parallelismi tra la vita di Gesù di Nazareth e quella del Dio Egizio Horus, o lo stesso Quetzalcoatl, Dio serpente Piumato Maya, iconografie egizie rinvenute in Perù o nell’attuale Argentina, elementi delle culture precolombiane ritrovati sistematicamente nei più disparati siti mediorientali, possono solo alimentare la sana e doverosa curiosità che nesce nelle nostre coscienze. Sarà un giorno possibile ridefinire la corretta lienea storica dell’evoluzione del genere umano? E soprattutto riusciremo a riconoscere ed accettare finalmente la Civiltà Madre che ha assistito l’uomo durante il suo “percorso formativo” sulla terra? Questa potrebbe essere un’importante priorità che l’uomo dovrebbe imporsi, la presa di coscienza, lo stravolgimento assoluto sulla concezione del genere umano sulla terra….proprio come profetizzavano i Maya secoli fa…altro che fine del mondo, si è sempre parlato di nuovo inizio!

Giuseppe Di Stadio